Un nuovo dipartimento di terapia occupazionale
N. è nata con una paralisi al braccio. Durante un parto difficile, uno o entrambe le braccia di un neonato possono essere tirate provocando danni ai nervi del plesso brachiale, che determinano debolezza o paralisi di parte o tutto il braccio e la mano del bambino o della bambina.
La madre l’ha portata tre mesi fa al centro Usratuna, nel nuovo dipartimento di terapia occupazionale.

© Chiara Ciampa/Aics Addis Abeba
“La Terapia Occupazionale è una professione sanitaria della riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione. È un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il ‘fare’ e le attività della vita quotidiana, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o sociale”, spiega Francesca, studentessa presso La Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e tirocinante in ergoterapia del centro riabilitativo Usratuna a Juba.
Dopo tre mesi di terapia N. si reca ora con la madre all’ospedale per una visita di controllo, una volta al mese.
“Quando sono a casa posso fare attenzione che N. faccia gli esercizi che abbiamo provato insieme al centro” racconta la madre.
“La terapia occupazionale sfrutta l’attività quotidiana. La cosa essenziale è lavorare con le famiglie per ripetere gli esercizi in casa, in conseguenza a paralisi celebrali (malaria, meningite, etc.)” aggiunge Florence, altra fisioterapista del centro, mentre guarda compiaciuta N. tagliare con controllo la frutta di plastica.

© Chiara Ciampa/Aics Addis Abeba
Florence è una delle due fisioterapiste del centro appena assunte dopo aver terminato un corso di 10 mesi, incluso un tirocinio, per assistenti terapisti occupazionali programmato da OVCI-La Nostra Famiglia.
Il dipartimento propone anche attività a domicilio per i casi in cui il contesto è migliore ad esempio per i bambini autistici.
Il centro di riabilitazione
Due donne con i loro figli aspettano pazientemente su una panchina del laboratorio, mentre Santo e Teresa preparano gli ausili ortopedici per i bambini.

© Chiara Ciampa/Aics Addis Abeba
Sedie posturali, scarpe ortopediche e altri prodotti di primaria importanza per il trattamento di determinate patologie e malformazioni, sono costruiti direttamente nel laboratorio ortopedico del centro Usratuna su misura dei pazienti dell’ospedale che ne hanno bisogno.
“L’Organizzazione non governativa (ONG) OVCI-la Nostra Famiglia gestisce il centro riabilitativo Usratuna a Juba dal 1984 ed è ancora l’unico centro del paese che fornisce dei trattamenti riabilitativi per bambini con problematiche neurologiche e ortopediche, tra cui quelle per il piede torto, malattia caratterizzata dalla posizione anomala del piede”, spiega Luca Rossetti, Rappresentante paese di OVCI-La Nostra Famiglia.

© Chiara Ciampa/Aics Addis Abeba
Il centro pratica in tempi molto rapidi una correzione anatomo-funzionale, attraverso il metodo Ponseti, che consiste in una serie di manipolazioni e tutori che si applicano dai primi mesi di vita del bambino fino ai 4 o 5 anni.
“Prima si fa una diagnosi, prima ci sono possibilità che si possa guarire” aggiunge Luca Rossetti.
In Sud Sudan, circa 650 bambini nascono ogni anno con il piede torto e c’è un enorme arretrato di casi non trattati e trascurati. Ad aggravare il problema c’è la grave mancanza di cliniche del piede torto nel paese, unita alla complessa povertà che rende estremamente difficile per i genitori l’accesso alle cure per i loro figli.
Grazie al centro Usratuna, moltissimi bambini possono usufruire di servizi pediatrici e di riabilitazione in Sud Sudan. Nel 2022, fino ad oggi, 874 bambini hanno potuto usufruire di 4,863 trattamenti.