Gibuti

Contesto

Gibuti è uno dei paesi più̀ piccoli dell’Africa: strategicamente situato all’ingresso del Mar Rosso, il Paese funge da ponte tra Medio Oriente e Africa, trovandosi lungo alcune delle rotte di navigazione più trafficate al mondo. Con meno di 1,000 km2 di terreno fertile e una quantità di piogge che ammonta a 130 mm l’anno (World Bank, 2023), la sua economia dipende in gran parte dal mercato internazionale. La limitata dimensione dell’economia gibutiana riduce, infatti, la capacità del paese di diversificare la produzione, aumentando la dipendenza dai mercati esteri. Grazie al complesso portuale all’avanguardia di cui è dotato il Paese, il commercio sta crescendo, soprattutto con il suo principale partner storico, l’Etiopia. Il Paese presenta, inoltre, un grande potenziale nei settori del turismo e della pesca, grazie alle risorse naturali e ittiche e dell’industria.

Gibuti riveste un ruolo chiave per quanto riguarda i flussi migratori nella Regione del Corno d’Africa: secondo i dati diffusi da IOM, da gennaio ad ottobre 2022, 156.087 migranti (il 96% dei quali provenienti dall’Etiopia2) sono entrati nel territorio di Gibuti, prima tappa per raggiungere i Paesi del Golfo. Sul territorio sono registrati circa 23.000 rifugiati e 11.000 richiedenti asilo, provenienti da Somalia, Etiopia e Yemen

Anche Gibuti è interessato dalla grave siccità che ha colpito il Corno d’Africa, e che ha determinato un significativo peggioramento della situazione umanitaria. Secondo il WFP1, il paese importa il 90% dei suoi prodotti alimentari ed è dunque fortemente dipendente dalle fluttuazioni dei prezzi sul mercato internazionale che hanno un impatto diretto sul potere d’acquisto, in particolare nelle zone rurali e a reddito medio-basso, o nelle famiglie con capofamiglia donne, che spendono il 77% del bilancio del loro nucleo familiare in cibo.

Si stima che nel 2023 a Gibuti circa 285.000 persone soffrano di insicurezza alimentare acuta (FAO 2023).

La siccità ha degli effetti gravi anche per quanto riguarda la trasmissione di malattie legate all’acqua: negli ultimi anni, anche a causa del cambiamento climatico, sono aumentati i casi di malattie infettive quali malaria, dengue e chikungunya, aggravando ulteriormente il sistema sanitario già particolarmente debole.

La Repubblica di Gibuti è un paese di transito migranti provenienti principalmente da Etiopia, Somalia e Yemen, che si dirigono verso i paesi del Golfo o tentano di raggiungere l’Europa. Inoltre, si registra un continuo movimento di popolazione rurale verso la capitale, a causa delle ricorrenti siccità. Secondo l’UNHCR, alla fine del7, Gibuti ospitava 27.296 rifugiati, di cui il 51% uomini e il 49% donne.

Negli ultimi quindici anni, il paese ha registrato una crescita economica sostenuta, con un aumento del PIL pro capite del 3,1% annuo nel periodo 2001-2017. Nonostante ciò, circa il 16% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà di 1,90 USD al giorno, e il tasso ufficiale di povertà estrema nazionale, basato su un sondaggio del 2017, è del 21,1%.

Iniziative

Le priorità della Cooperazione Italiana a Gibuti continuano ad essere di natura umanitaria, con l’erogazione di servizi sanitari di base e la protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione come settori chiave d’intervento.

L’Italia è presente nel Paese dal 1980, intervenendo sulla gestione, formazione professionale e ampliamento dei servizi offerti dall’Ospedale di Balbalà, oggi polo sanitario di riferimento di uno dei quartieri più poveri della capitale. L’iniziativa ha comportato un investimento considerevole nell’arco di trent’anni (circa 20 milioni di Euro), consentendo un netto miglioramento nell’erogazione di servizi sanitari di base. Inoltre, l’Italia partecipa all’iniziativa a favore della Repubblica di Gibuti sulla conversione e ristrutturazione del debito.

Per affrontare in maniera sistematica ed integrata le problematiche relative all’operatività ed efficienza dei servizi sanitari dell’Ospedale di Balbalà è stata identificata l’iniziativa Assistenza Tecnica per il miglioramento della qualità dei servizi sanitari dell’Ospedale di Balbalà, con particolare attenzione ai dipartimenti di pediatria e salute materno-infantile, come il naturale proseguimento del progetto Nuovo Ospedale di Balbalà al fine di assicurare il miglioramento della qualità dei servizi erogati dalla struttura.

In aggiunta, con l’iniziativa Rafforzamento dei sistemi di protezione dell’Infanzia per i minori migranti, il perseguimento dell’obiettivo dell’iniziativa viene realizzato attraverso un focus specifico sull’advocacy volta a promuovere policy e legislatura migliori sul tema. Viene, inoltre, data priorità alla formazione di operatori sia nel settore della protezione sociale che sui sistemi di protezione minorile, e sostenuta l’organizzazione di un sistema migliorato di tracciabilità e riferimento dei minori in movimento.

I beneficiari dell’iniziativa sono i minori migranti sulla rotta per i Paesi del Golfo e l’Europa e i minori non accompagnati e ragazzi di strada.

 

 

 

La Cooperazione italiana a Gibuti 

 

La presenza della Cooperazione Italiana a Gibuti risale al 1985, anno in cui, in uno dei quartieri più poveri e popolosi della capitale – la municipalità di Balbalà – fu avviata dal Fondo Ambientale Italiano (FAI) la costruzione di un centro materno-infantile, poi diventato l’ospedale di Balbalà noto come “Cheiko”, conosciuto anche come “Ospedale italiano”. Negli anni la cooperazione italiana ha continuato a migliorare la qualità delle cure sanitarie dell’Ospedale, rafforzando le competenze del personale e fornendo attrezzature e materiali, con particolare attenzione ai dipartimenti di pediatria e salute materno-infantile. 

In questo contesto, questa Sede, nel corso del 2023, ha portato avanti iniziative di rafforzamento del sistema sanitario e di protezione delle donne vittime di violenza affidate all’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (UNFPA) e all’unica OSC italiana presente nel Paese, in particolare nell’area di Balbalà. L’iniziativa, dal valore complessivo di 900.000 € è stata approvata a gennaio 2023 e ha portato all’inaugurazione del One Step Center – centro antiviolenza unico nel Paese – a dicembre 2023.  

Sempre nel 2023 la Cooperazione Italiana ha continuato il suo impegno a favore dei minori più vulnerabili, tramite attività di protezione e supporto affidate a UNICEF (1 Mln €)