Con una popolazione di 105 milioni di abitanti che aumenta di anno in anno del 2.5% e un PIL di 80.56 miliardi di dollari con una crescita annuale del 10.2%[1], la Repubblica Federale Democratica d’Etiopia si classifica come paese a reddito basso. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, grazie ad investimenti pubblici in infrastrutture e erogazione dei servizi di base e alla maggiore offerta di beni agricoli e servizi, l’Etiopia ha vissuto una crescita economica sostenuta che gli ha permesso di ridurre in maniera significativa la povertà. Negli ultimi anni, infatti, il Governo etiopico ha allocato circa il 70% del budget annuale al miglioramento dei servizi sociali di base e ha investito maggiormente in politiche a supporto dei meno abbienti.
Malgrado i progressi e il conseguimento di alcuni degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, l’Etiopia si classifica ancora come uno dei paesi con un basso indice di sviluppo umano, posizionandosi al 173° posto su 189.[2] Ne’gli investimenti pubblici, né tantomeno l’aumento significativo degli investimenti esteri diretti nello scorso decennio sono stati infatti sufficienti a risollevare le sorti del paese e a migliorare le condizioni di vita della popolazione. Sia il divario tra risparmio interno (22.4% del PIL) e investimenti (38.5% del PIL), sia quello tra importazioni (27.8% del PIL, di cui il 40.8% va ai beni capitali) ed esportazioni (8% del PIL) sono in aumento e il debito pubblico ha raggiunto il 49% del PIL, evidenziando dunque la necessità non solo di rafforzare il settore privato, ma anche di incrementare le esportazioni per favorire lo sviluppo del paese, la cui economia resta prevalentemente di tipo rurale. Secondo i dati governativi più recenti, l’agricoltura, infatti, rappresenta il 36.3% del PIL e impiega il 72.7% della forza lavoro; il settore industriale invece, a tutto il 2017 contribuisce per il 25.6% al PIL, di cui il 6.4% proveniente dall’industria manifatturiera. L’industria dà occupazione al 15.2% della forza lavoro del paese, di cui il 4.5% è rappresentato dalla forza lavoro nel settore manifatturiero.
Con il secondo Piano di Crescita e Trasformazione (GTP II) 2015/16 - 2019/20, il piano nazionale di sviluppo di medio termine adottato dal Parlamento etiopico, il Governo si è posto l’obiettivo di far fronte a tali problematiche e di far sì che l’Etiopia diventi un paese a medio reddito entro il 2025, reiterando dunque il proprio impegno a favore del rafforzamento del settore privato. In particolare, mira alla modernizzazione del settore agricolo e al miglioramento della produttività, qualità e competitività dei settori industriale e manifatturiero. Per realizzare quanto detto, vi è un focus sugli interventi finalizzati alla job creation in considerazione che il 70% della popolazione è giovane e la disoccupazione rimane sempre un dato preoccupante. Il Governo etiopico ha, inoltre, sottolineato che ulteriori sforzi sono necessari per ridurre non solo la dipendenza del paese dai prezzi del mercato mondiale ma anche la sua vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Pertanto, attualmente vi è un grande sforzo nel rendere il paese maggiormente resiliente agli shock climatici. L’agricoltura, infatti, dipende dalle piogge e la siccità che ha colpito il paese negli ultimi dieci anni sta minacciando la sicurezza alimentare. Pertanto un’amministrazione effettiva delle risorse naturali, lo sviluppo e rafforzamento della resilienza insieme ad uno sviluppo sostenibile ed inclusivo del paese orientato all’economia verde sono fondamentali.
Infine, ulteriori sfide da affrontare sono le crisi legate ai conflitti etnici interni che comportano attualmente la presenza di più di 3 milioni di sfollati nel Paese, mentre il persistente movimento di persone dai paesi limitrofi aggrava il fenomeno migratorio. L’Etiopia è, infatti, paese di transito e di destinazione per migliaia di eritrei, sud sudanesi, somali e recentemente anche sudanesi. A tal proposito, si rammenta il ruolo di stabilizzatore che riveste il paese nell’area regionale, maggiormente enfatizzato dalle nuove politiche di pace avviate nei confronti dell’Eritrea.
[1] Fonte: World Bank, World Development Indicators database, https://databank.worldbank.org/views/reports/reportwidget.aspx?Report_Name=CountryProfile&Id=b450fd57&tbar=y&dd=y&inf=n&zm=n&country=ETH
[2] Fonte: United Nations Development Programme, Human Development Reports, http://hdr.undp.org/en/countries/profiles/ETH